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Nel corso del 1999, mentre svolgevo delle ricerche per la mia tesi di laurea dal titolo "Lobby e gruppi di pressione, profili di diritto pubblico italiano e comparato", mi sono reso conto della assoluta assenza su internet di informazioni di qualsivoglia genere, almeno in italiano, su tutto quello che è il mondo del lobbying.



A parte l'ottimo sito della FERPI (Federazione Relazioni Pubbliche Italiane), che però si rivolge al campo ben più vasto delle pubbliche relazioni, tutto il mondo riguardante la rappresentanza di interessi, le lobbies (che tanta fatica fanno ancora in Italia a definirsi tali), rimaneva privo di visibilità per tutti coloro che vi lavorano dentro, che vi collaborano con o che semplicemente vogliono saperne di più. A cominciare dai giornalisti, forse la lobby più potente di questo paese, sempre pronti ad accusare le lobbies di tutte le malefatte di questo.



Ma, come sa chi fa questo lavoro, le lobbies non sono altro che un elemento ineludibile del sistema pluralistico democratico, strumento neutro della rappresentazione degli interessi. Non esiste quindi una lobby buona e una cattiva. Esiste, certo, una fisiologia ed una patologia della lobby, ma quest'ultima va trattata come tale, al di là delle generalizzazioni.



Prima cura: la trasparenza. Trasparenza verso cui speriamo questo sito possa aiutare a fare dei passi avanti, come speriamo lo possa fare una regolamentazione (non un albo) snella da approvare al più presto da parte del Parlamento.



Informazioni quindi, su tutto ciò che accade o che riguarda le lobbies e l'attività di lobbying in Italia, negli Stati Uniti (patria del lobbying) o a Bruxelles (definita ormai il posto più simile a Washington). Articoli da tutto il mondo, documenti, convegni, formazione: tutto quello che può aiutare a rendere sempre più chiaro ciò che sino ad oggi per molti (poco informati o in malafede) è rimasto nell'oscuro.



Tutto questo su www.LobbyingItalia.com

Franco Spicciariello

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