(Gabriele Giuliani) L’attività di lobbying in Brasile spesso è stata associata al giro di denaro e favori indebiti tipici della politica carioca. Un'analisi del numero di Agosto della rivista PODER segnala tutti i progetti di legge che tendono a disciplinare questa attività, già regolamentata in diversi Paesi.
Il lobbying coinvolge la politica e i politici in vari momenti, dal finanziamento della campagna elettorale, sia durante il mandato, quando gruppi più o meno organizzati fanno pressioni per farsi ascoltare da governanti o legislatori.
Per l’avvocato Walfrido Warde Júnior, presidente del'Instituto para a Reforma das Relações entre Estado e Empresa (Iree), occorre proseguire nella discussione di questo tema a Brasilia. “Il finanziamento pubblico pre-elettorale deve essere regolamentato. Dovrebbe esistere una regola meritocratica per ricevere i finanziamenti fra i candidati di ogni partito”. Già durante il percorso legislativo, Warde Junior vede rischi nella formazione di gruppi parlamentari, presenti con varie formazioni al Congresso e influenzabili dal peso delle lobby. “Questi gruppi multipartitici si organizzano secondo i temi di interesse di certi settori. Quindi, gruppi con meno capacità associativa e disponibilità finanziaria possono rimanere più vulnerabili”, spiega.
Secondo i due avvocati Larissa Wachholz, vice-presidente dell'Instituto de Relações Governamentais (Irelgov), e Bruno Perman, dello Studio legale Pinheiro Neto, di São Paulo, è imprescindibile disciplinare il lobbying come attività e quella del lobbista come professione. Un progetto di legge con questo fine è stato presentato alla Camera dieci anni fa e solamente ora andrà discusso; un altro progetto è al Senato. “Stabilire regole permette la trasparenza” dice Perman, ottimista che entro la fine dell’anno venga approvata la legge sul lobbying. Perman afferma infine che “è fondamentale non confondere il lobbying con le pratiche commerciali”.
Per Larissa Wacholz, inoltre, esiste una asimetria fra le necessità dei grandi gruppi industriali e la società civile. “L’eccesso di burocrazia e i costi dei processi allontano chi ha più bisogno di essere ascoltato”, racconta. Larissa ricorda come le azioni di lobby sono sfociate in progetti utili, come il packaging degli alimenti o il porre limiti alla pubblicità infantile.
Ad ogni modo, il Brasile avrà un lungo cammino da percorrere se vuole arrivare ad un livello di trasparenza degno dei Paesi scandinavi. “In Svezia non è necessario regolamentare il lobbying, dato che tutti hanno accesso ai governanti”.
(Fonte immagine: Expedia)