(Paolo Pugliese) Il mese scorso è stata presentata alla Camera dei Deputati argentina una proposta di legge per la rappresentanza di interessi: fino ad ora l’attività di lobby era scarnamente regolata all’interno della disciplina sull’accesso alle informazioni pubbliche.
Il Centro Culturale Kirchner ha avuto un grande peso nel supportare questa iniziativa: sin dal 2016 ha promosso dibattiti, workshop, conferenze e occasioni di confronto. L’articolo 1 del progetto di legge fissa l’ambizioso obiettivo di regolare l’attività e la pubblicità della rappresentanza di interessi, partendo dalla definizione di “rappresentanza di interessi”, spesso passaggio estremamente complesso per la complessità della materia: la proposta la descrive come l’attività intesa ad influenzare il processo di decision-making in favore di un interesse rappresentato personalmente o per contro d’altri, remunerata o offerta gratuitamente, svolto in forma abituale o occasionale, pianificato o incidentale.
Il principale obiettivo della nuova regolamentazione è pubblicare gli incontri tra lobbisti e funzionari con maggiore trasparenza, garantire uguaglianza di trattamento per tutte le parti coinvolte e dare la possibilità ai cittadini di avere accesso alle informazioni relative agli atti del governo; viene previsto un registro delle udienze con indicazione obbligatoria dei partecipanti e sintesi degli incontri.
La legge prevede anche un vasto sistema di enforcement: per chi non si uniformerà alla nuova regolazione sono previste sia sanzioni amministrative che responsabilità penale personale in caso di reati particolarmente gravi quali la corruzione.
Gustavo Castagnino, presidente del Circulo de directivos de comunicacion (DirComs), associazione che riunisce numerosi manager della comunicazione delle più grandi aziende del paese, sottolinea come ogni iniziativa per promuovere la trasparenza sia da supportare, senza cadere in eccessive burocratizzazioni: il riferimento è alle proposte in materia presentate nei vicini Peru e Cile, ritenute troppo complesse per essere applicate: viene infatti previsto un registro pubblico dei lobbisti, snodo spesso cruciale della disciplina che è estraneo invece alla proposta argentina.
Il registro non pare però aver riscosso particolare successo presso i professionisti del lobbying: risultano iscritti infatti solo una manciata di soggetti.
Fernando Cinalli, fondatore della società di consulenza S+R, invece, spinge per ulteriori passi avanti: [la bozza presentata] è un grande passo avanti a livello istituzionale, ma è il primo anello di una catena più lunga che coinvolge anche la legge sul conflitto di interessi.
Le proposte di legge per la regolamentazione della rappresentanza di interessi nei paesi del Sud America, spesso modellate sull’archetipo statunitense, rappresentano un enorme passo avanti verso una maggiore trasparenza e democratizzazione del processo di lobbying, nell’ottica di una maggiore chiarezza e responsabilità delle autorità politiche rispetto alle decisioni approvate, vera volano per una normalizzazione di un’attività che, purtroppo, viene ancora spesso demonizzata.