Riceviamo e pubblichiamo un'opinione di un lobbista.
Assisto da giorni alla consacrazione dei diversi registri dei lobbisti italiani. Fantastico. Siamo un Paese davvero moderno, colto, capace di determinare davvero una svolta nelle relazioni pubbliche italiane. Fantastico. Grande narrativa. Al Ministero e a Montecitorio c'è un registro, ora ci vedono come dei professionisti, ma di che ti lamenti? Fantastico.
Visto che però l'advocacy la faccio per lavoro, so vedere al di là del fumo. Ed ora, fatevi servire. Questi registri sono un contentino per far tacere i fautori, veri, della trasparenza. Servono a poco più di niente.
Si registra chi vuole, ma l’incontro tra l’AD di un’azienda ed il Ministro fuori dai palazzi (o meglio ancora la chiacchierata tra un tecnico ed il membro di una simpatica fondazione dentro al Palazzo) non lo traccerá proprio nessuno. Già, letto bene: proprio nessuno. Ma vi dirò di più, orecchie curiose.
Il registro di Montecitorio è il rigurgito della vera Casta, la grande burocrazia di Palazzo, contro questi fastidiosi intrusi denominati lobbisti, che fanno il bello e il cattivo tempo nel loro Palazzo e... Ma come si permettono di stringere le mani dei Deputati ‘sti qua? Chi sono? Chi rappresentano? L’economia produttiva? Ah sì? E a che serve questa benedetta economia? Vale davvero di più della burocrazia? Impossibile.
Eccovi allora cari lobbisti ‘sti due (eh già, 2, sic!) tesserini e fatene buon uso, nella vostra stanzetta. Quando il decisore lavora, fatevi da parte. Per le cose serie ci siamo noi. I burocrati. Quelli che sanno scrivere 200 pagine mentre voi ne scrivete 3. Eh, già.
Tanto fumo. Già. Si registrerà solo tanto fumo: la trasparenza è stata sacrificata sull’altare della dialettica politica tra diversamente grillini. E tant’è. Bene così. Namaste, alè.
P.S., so che parlo di trasparenza e però rimango anonimo.. Ma non è colpa mia.