NEWS
Le 50 lobby che hanno speso di più nel 2016 (negli USA)
Scritto il 2017-02-09 da Redazione su World

L’inizio del nuovo anno è anche il momento nel quale si fanno i bilanci di quello appena terminato. Così, il Centre for Responsive Politics, primo centro di ricerca statunitense in tema di lobbying e finanziamento della politica, ha stilato la classifica delle 50 società e gruppi industriali che hanno speso di più in attività di pressione a Washington nell’anno solare 2016. Lo scorso anno la spesa complessiva di questi gruppi ha toccato quota 716 milioni di dollari (1 milione in più rispetto al 2015) pari a circa un quarto di quanto tutti i gruppi industriali e le aziende hanno speso negli Stati Uniti per influenzare le politiche federali.

Ai primi 5 posti troviamo la Camera di Commercio degli Stati Uniti, l’Associazione Nazionale degli Agenti immobiliari, Blue Cross Blue Shield (federazione di 36 compagnie di assicurazioni sanitarie), la American Hospital Association (associazione di professionisti del settore sanitario) e la Pharmaceutical Research and Manufacturers of America che rappresenta le principali compagnie americane della ricerca farmaceutica. Nella top 10 troviamo Boeing, la compagnia telefonica AT&T e l’Associazione Nazionale delle emittenti radiotelevisive.

Come già segnalato, l’attività di influenza del decisore pubblico a Washington è tenuta in grande considerazione presso i gruppi industriali statunitensi che si spingono ad assumere lobbisti per delineare l’agenda politica. Ma è anche vero che allo stesso tempo l’opinione pubblica non ha la medesima considerazione dei cosiddetti special interests che rendono torbido il policymaking. Il successo della campagna elettorale del Presidente Trump con l’efficace slogan ‘Prosciughiamo la palude’ (Drain the swamp) ne è la plastica dimostrazione. Le prime misure della nuova amministrazione, compreso il giro di vite sul fenomeno delle revolving doors, sembrano confermare la linea dura di Trump ma, probabilmente, solo all’apparenza.

Alla base di una così massiccia spesa in attività di pressione vi sono le battaglie legate ai temi caldi dell’agenda politica americana (Amazon ha speso il 20% in più rispetto al 2015) ma anche, ovviamente, le elezioni presidenziali. La Camera di Commercio degli Stati Uniti e l’Associazione Nazionale degli Agenti immobiliari, per citare le prime due della classifica, hanno incluso nei loro lobbying reports anche le spese legate alla campagna elettorale, quelle per le campagne pubblicitarie ad esempio, e hanno sborsato per tali attività rispettivamente 104 e 65 milioni di dollari.

Non sono pochi, ovviamente, i casi di gruppi che nel 2016 hanno speso meno per influenzare Washington. Tra questi l’Associazione Nazionale degli industriali della manifattura che nel 2015 è stata particolarmente attiva nel favorire l’approvazione del TPP e che nel 2016 non ha avuto la medesima necessità. Hanno speso meno del 2015 anche Qualcomm, American Petroleum Institute, America’s Health Insurance Plans. Spicca la diminuzione dell’esborso per attività di lobbying fatta registrare dall’azienda farmaceutica CVS Health (-60%) e da General Electric (dal 6° posto al 53°). Notevoli balzi in avanti, invece, per T-Mobile (dal 66° posto del 2015 al 42°) e AbbVie (dall’88° posto al 50°).

Qui la top 50 delle spese per attività di lobbying

Articoli Correlati
Il 2015 è l'anno di Milano, capitale mondiale del food e del design grazie all'esposizione universale. IKEA stupisce tutti con una nuova iniziativa assolutamente inedita ed inaugura un temporary space in pieno centro, a Porta Genova, in via Vigevano, 18. Non è una scelta casuale: è facilmente riconoscibile, ben contestualizzato in una location affascinante a pochi passi da via Tortona, la via del design più alla moda e facilmente raggiungibile. Situato in un ex edificio industriale circondato da aree verdi sapientemente distribuite appositamente create per l'occasione, il salone è sviluppato su tre piani ed è dedicato all'ambiente cucina. Una scelta che si ricollega perfettamente al tema portante dell'EXPO, "Nutriamo il pianeta", ed al concetto del mangiar sano, del cibo e degli alimenti presenti sulla tavola. IKEA, il colosso svedese leader nel mercato del mobile, non si lascia sfuggire quest'occasione. Nello spazio espositivo del temporary i componenti d'arredo tipici del marchio IKEA (scodelle, posate, bicchieri, etc.), ma anche gli stessi alimenti da poter acquistare. Per i curiosi e gli appassionati sarà possibile anche seguire corsi di cucina Food Lab, in spazi dedicati a laboratori. Per chi invece non desideri mettersi ai fornelli, ma solo godersi un buon pranzo o una cena rilassante, potrà farlo in un delizioso bistrot allestito su un piano intero dell'edificio. #IKEAtemporary sarà aperta al pubblico fino al 30 settembre 2015 (per l'appunto, verso la fine dell'Expo). Osserverà un orario piuttosto ampio: tutti i giorni dalle ore 12:00 alle ore 22:00, il venerdì il sabato e la domenica fino alle ore 24:00. Un'esperienza da provare! Sponsored by IKEA Italia

Mondo - Comunicablog

Fumata nera dalla riunione dei ministri delle finanze dell'Eurogruppo per negoziare l'ennesimo salvataggio della Grecia. L'incontro in calendario lunedì 16 febbraio si è concluso con un nulla di fatto e tutto è rimandato a venerdì 20, con l'ottimismo del greco Yanis Varoufakis - "Non ho dubbi che i negoziati continueranno domani, il giorno dopo, e non ho dubbi che ci sarà un accordo che sarà terapeutico per la Grecia e buono per l'Europa" - che si scontra con la palese irritazione del tedesco Wolfgang Schäuble, che si è detto "molto scettico" circa la possibilità di trovare una soluzione e ha definito il governo di Atene "irresponsabile". Ma che cosa ha determinato il muro contro muro che ha portato allo stop delle trattative? Nonostante si parli di "punti", la Grecia sostanzialmente ha bocciato per intero la proposta dell'Eurogruppo formulata dal presidente Jreon Dijsselbloem. Il "no" di Varoufakis e del premier Alexis Tsipras va infatti all'estensione per un altro semestre dell'attuale programma (che scade a fine febbraio), con l'invito a un uso migliore della flessibilità prevista, all'impegno "ad astenersi da azioni unilaterali", che in soldoni significa accettare le condizioni della Troika, e alla necessità di "assicurare surplus primari adeguati", definizione che glissa in modo sibillino sull'obiettivo del 3% previsto per il 2015. In disaccordo con l'Europa, infatti, il governo di Atene vorrebbe in prima battuta discutere dei prestiti e, come diretta conseguenza, definire un nuovo programma tout court, che preveda nuovi bond, perpetui e indicizzati al tasso di crescita nominale del Pil, ed eviti (ulteriori) interventi sulle pensioni e rialzi dell'Iva. Due posizioni che sembrano difficialmente conciliabili, ma che il ministro delle Finanze greco pensa possano ancora trovare un punto di incontro, anche perché - come lui stesso ha dichiarato - "nella storia dell'Europa dagli ultimatum non è mai arrivato nulla di buono". Venerdì dunque è un giorno cruciale. Per il momento infatti i mercati stanno reagendo cautamente alla fumata nera della riunione dell'Eurogruppo, confidando in una soluzione all'impasse, anche se le prime avvisaglie di una certa tensione iniziano a manifestarsi. All'apertura delle borse di questa mattina, infatti, l'analista di Ig Stan Shamu ha dichiarato che se venerdì le parti non troveranno un accordo, "il pericolo di un ritorno all'avversione al rischio diventa molto reale", con il conseguente allontanamento degli investitori e l'aumento degli spread sovrani. Uno scenario che per Atene significherebbe la messa in discussione della solvibilità e - in ultima drammatica istanza - la bancarotta. A quel punto si aprirebbero scenari diversi, ma a prescindere dalla paventata uscita della Grecia dall'Euro, per la moneta unica sarebbe un colpo durissimo, assestato in un momento di debolezza patologica, dovuta all'incertezza della situazione attuale e a un progressivo sfaldamento dei Paesi membri dell'Unione, che di fronte alla crisi scelgono - naturalmente - di salvaguardare i propri interessi, con tutte le conseguenze del caso.

Mondo - Comunicablog

LOBBYINGITALIA
NEWS