(Francesco Angelone) Sono numerosi i tentativi di regolamentare il fenomeno dell’attività di pressione negli ultimi anni. Anche in Nigeria sembra essere giunto il momento opportuno, dopo alcuni tentativi non andati a buon fine. Infatti, il Senato il 12 ottobre ha avviato un’iniziativa denominata “Una regolamentazione e la registrazione dei lobbisti in Nigeria” volta alla legalizzazione dell’attività di lobbying nel Paese.
La proposta di legge, promossa dal senatore Dino Melaye dell’APC (All Progressive Congress, il partito del Presidente Buhari) dello Stato di Kogy occidentale, ha superato il vaglio della seconda lettura e passa ora nelle mani della commissione affari legali, giustizia e diritti umani per eventuali modifiche.
Riferendo in aula, Melaye ha affermato che la legge cerca di introdurre misure per la registrazione e la regolamentazione dei lobbisti professionisti all’interno degli organi legislativi federali. Nello specifico, il provvedimento “fa sì che i lobbisti debitamente registrati secondo quanto previsto dal Company and Allied Matters Act (del 1990) possano portare avanti la propria attività presso il Senato, la Camera dei rappresentanti o entrambi, una volta registratisi presso il Ministero della Giustizia”.
Nella proposta del senatore Malaye, l’attività di lobbying è definita come “un'attività in cui gli interessi particolari assumono dei professionisti, spesso avvocati, al fine di sostenere una legislazione specifica in Parlamento”. “Il fenomeno” – dice Malaye con parole che ricordano quanto avviene anche nel nostro Paese – “è molto controverso e spesso visto sotto una luce negativa dai giornalisti e dall’opinione pubblica. L’attività di lobbying ha luogo a qualsiasi livello di governo che sia locale, statale o federale”.
L’opposizione, da parte sua, contribuisce al dibattito ammonendo la maggioranza perché si eviti di favorire, con la nuova legislazione, il dilagare di fenomeni corruttivi. Secondo il leader dell’opposizione al Senato, Goodwill Akpabio, “finché non sarà chiaro chi paga i lobbisti, sarà come se stessimo legiferando in favore della corruzione”. Il Presidente del Senato Saraki ha invece sottolineato senza remore che la legge migliorerà lo stato di salute della democrazia in Nigeria.
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