NEWS
Nigeria verso la regolamentazione del lobbying. Approvato il ddl al Senato
Scritto il 2016-10-14 da Redazione su World

(Francesco Angelone) Sono numerosi i tentativi di regolamentare il fenomeno dell’attività di pressione negli ultimi anni. Anche in Nigeria sembra essere giunto il momento opportuno, dopo alcuni tentativi non andati a buon fine. Infatti, il Senato il 12 ottobre ha avviato un’iniziativa denominata “Una regolamentazione e la registrazione dei lobbisti in Nigeria” volta alla legalizzazione dell’attività di lobbying nel Paese.

La proposta di legge, promossa dal senatore Dino Melaye dell’APC (All Progressive Congress, il partito del Presidente Buhari) dello Stato di Kogy occidentale, ha superato il vaglio della seconda lettura e passa ora nelle mani della commissione affari legali, giustizia e diritti umani per eventuali modifiche.

Riferendo in aula, Melaye ha affermato che la legge cerca di introdurre misure per la registrazione e la regolamentazione dei lobbisti professionisti all’interno degli organi legislativi federali. Nello specifico, il provvedimento “fa sì che i lobbisti debitamente registrati secondo quanto previsto dal Company and Allied Matters Act (del 1990) possano portare avanti la propria attività presso il Senato, la Camera dei rappresentanti o entrambi, una volta registratisi presso il Ministero della Giustizia”.

Nella proposta del senatore Malaye, l’attività di lobbying è definita come “un'attività in cui gli interessi particolari assumono dei professionisti, spesso avvocati, al fine di sostenere una legislazione specifica in Parlamento”. “Il fenomeno” – dice Malaye con parole che ricordano quanto avviene anche nel nostro Paese – “è molto controverso e spesso visto sotto una luce negativa dai giornalisti e dall’opinione pubblica. L’attività di lobbying ha luogo a qualsiasi livello di governo che sia locale, statale o federale”.

L’opposizione, da parte sua, contribuisce al dibattito ammonendo la maggioranza perché si eviti di favorire, con la nuova legislazione, il dilagare di fenomeni corruttivi. Secondo il leader dell’opposizione al Senato, Goodwill Akpabio, “finché non sarà chiaro chi paga i lobbisti, sarà come se stessimo legiferando in favore della corruzione”. Il Presidente del Senato Saraki ha invece sottolineato senza remore che la legge migliorerà lo stato di salute della democrazia in Nigeria.

Articolo originale qui.

Articoli Correlati
Il 2015 è l'anno di Milano, capitale mondiale del food e del design grazie all'esposizione universale. IKEA stupisce tutti con una nuova iniziativa assolutamente inedita ed inaugura un temporary space in pieno centro, a Porta Genova, in via Vigevano, 18. Non è una scelta casuale: è facilmente riconoscibile, ben contestualizzato in una location affascinante a pochi passi da via Tortona, la via del design più alla moda e facilmente raggiungibile. Situato in un ex edificio industriale circondato da aree verdi sapientemente distribuite appositamente create per l'occasione, il salone è sviluppato su tre piani ed è dedicato all'ambiente cucina. Una scelta che si ricollega perfettamente al tema portante dell'EXPO, "Nutriamo il pianeta", ed al concetto del mangiar sano, del cibo e degli alimenti presenti sulla tavola. IKEA, il colosso svedese leader nel mercato del mobile, non si lascia sfuggire quest'occasione. Nello spazio espositivo del temporary i componenti d'arredo tipici del marchio IKEA (scodelle, posate, bicchieri, etc.), ma anche gli stessi alimenti da poter acquistare. Per i curiosi e gli appassionati sarà possibile anche seguire corsi di cucina Food Lab, in spazi dedicati a laboratori. Per chi invece non desideri mettersi ai fornelli, ma solo godersi un buon pranzo o una cena rilassante, potrà farlo in un delizioso bistrot allestito su un piano intero dell'edificio. #IKEAtemporary sarà aperta al pubblico fino al 30 settembre 2015 (per l'appunto, verso la fine dell'Expo). Osserverà un orario piuttosto ampio: tutti i giorni dalle ore 12:00 alle ore 22:00, il venerdì il sabato e la domenica fino alle ore 24:00. Un'esperienza da provare! Sponsored by IKEA Italia

Mondo - Comunicablog

Fumata nera dalla riunione dei ministri delle finanze dell'Eurogruppo per negoziare l'ennesimo salvataggio della Grecia. L'incontro in calendario lunedì 16 febbraio si è concluso con un nulla di fatto e tutto è rimandato a venerdì 20, con l'ottimismo del greco Yanis Varoufakis - "Non ho dubbi che i negoziati continueranno domani, il giorno dopo, e non ho dubbi che ci sarà un accordo che sarà terapeutico per la Grecia e buono per l'Europa" - che si scontra con la palese irritazione del tedesco Wolfgang Schäuble, che si è detto "molto scettico" circa la possibilità di trovare una soluzione e ha definito il governo di Atene "irresponsabile". Ma che cosa ha determinato il muro contro muro che ha portato allo stop delle trattative? Nonostante si parli di "punti", la Grecia sostanzialmente ha bocciato per intero la proposta dell'Eurogruppo formulata dal presidente Jreon Dijsselbloem. Il "no" di Varoufakis e del premier Alexis Tsipras va infatti all'estensione per un altro semestre dell'attuale programma (che scade a fine febbraio), con l'invito a un uso migliore della flessibilità prevista, all'impegno "ad astenersi da azioni unilaterali", che in soldoni significa accettare le condizioni della Troika, e alla necessità di "assicurare surplus primari adeguati", definizione che glissa in modo sibillino sull'obiettivo del 3% previsto per il 2015. In disaccordo con l'Europa, infatti, il governo di Atene vorrebbe in prima battuta discutere dei prestiti e, come diretta conseguenza, definire un nuovo programma tout court, che preveda nuovi bond, perpetui e indicizzati al tasso di crescita nominale del Pil, ed eviti (ulteriori) interventi sulle pensioni e rialzi dell'Iva. Due posizioni che sembrano difficialmente conciliabili, ma che il ministro delle Finanze greco pensa possano ancora trovare un punto di incontro, anche perché - come lui stesso ha dichiarato - "nella storia dell'Europa dagli ultimatum non è mai arrivato nulla di buono". Venerdì dunque è un giorno cruciale. Per il momento infatti i mercati stanno reagendo cautamente alla fumata nera della riunione dell'Eurogruppo, confidando in una soluzione all'impasse, anche se le prime avvisaglie di una certa tensione iniziano a manifestarsi. All'apertura delle borse di questa mattina, infatti, l'analista di Ig Stan Shamu ha dichiarato che se venerdì le parti non troveranno un accordo, "il pericolo di un ritorno all'avversione al rischio diventa molto reale", con il conseguente allontanamento degli investitori e l'aumento degli spread sovrani. Uno scenario che per Atene significherebbe la messa in discussione della solvibilità e - in ultima drammatica istanza - la bancarotta. A quel punto si aprirebbero scenari diversi, ma a prescindere dalla paventata uscita della Grecia dall'Euro, per la moneta unica sarebbe un colpo durissimo, assestato in un momento di debolezza patologica, dovuta all'incertezza della situazione attuale e a un progressivo sfaldamento dei Paesi membri dell'Unione, che di fronte alla crisi scelgono - naturalmente - di salvaguardare i propri interessi, con tutte le conseguenze del caso.

Mondo - Comunicablog

LOBBYINGITALIA
NEWS