Una drastica cura dimagrante per il governo federale e una stretta sull’influenza eccessiva delle lobby in Congresso che si avvalgono del lavoro di molti ex parlamentari: sono le proposte lanciate da Jeb Bush, intervenuto nel corso di un evento della sua campagna elettorale in Florida. Tra le misure invocate dal candidato repubblicano alla Casa Bianca un taglio del 10% del personale in quattro anni e il congelamento immediato delle assunzioni. Nel dettaglio, gran parte del programma di Bush – ha spiegato lui stesso – puo’ essere realizzata rimpiazzando ogni tre dipendenti federali in uscita con una nuova assunzione. Di fatto, pero’, una dichiarazione di guerra nei confronti dei lavoratori pubblici i cui sindacati gia’ affilano le armi. Anche perche’ la ricetta Bush prevede misure piu’ severe per punire e licenziare i lavoratori federali che violano le regole del Civil Service.
Ma insieme al bastone c’e anche la carota, scrive il New York Times: l’ex governatore della Florida prevede infatti incentivi economici e aumenti di salario maggiori per i lavoratori piu’ produttivi e per i manager pubblici che realizzano i maggiori risparmi riducendo la spesa pubblica. Si tratta di una ricetta in linea con la tradizionale lotta al «big government» della destra americana, e molto distante dalla proposta di Hillary Clinton che punta su un aumento della spesa pubblica, anche per il welfare e con l’obiettivo di ridurre le ineguaglianze sul fronte del reddito.
Ma Bush promette battaglia anche ai tantissimi ex membri del Congresso che una volta finito il loro incarico a Capitol Hill vi tornano nella veste di lobbisti: la proposta dell’ex governatore della Florida e’ quella di prevedere sei anni prima che un ex deputato o senatore possa esercitare quel tipo di attivita’.
Fonte: On-line News