Le lobby spagnole sono appena al di sopra di Cipro, Italia e Ungheria per quanto riguarda la trasparenza, l'integrità e la parità di accesso dei gruppi di interesse a funzionari pubblici; tre aree in cui la Spagna ha ottenuto solo 21 punti su 100, contro i 55 della Slovenia, il Paese con il punteggio più alto.
Il quadro emerge dal rapporto “La lobby in Europa - influenza occulta e accesso privilegiato”, realizzato dall’organizzazione internazionale Transparency International in Spagna.
L'aspetto peggiore rilevato nel Paese iberico è quello relativo alla trasparenza, che ottiene solo dieci punti su 100, sia da parte delle autorità pubbliche (per quanto riguarda l'accesso alle informazioni, alla registrazione obbligatoria dei lobbisti e sanzioni), sia per i soggetti che esercitano attività di lobbying. Jesus Lizcano Alvarez, presidente di Transparency International Spagna, suggerisce che questa sezione della trasparenza riguarda "l'agenda pubblica e il procedimento legislativo", vale a dire, i passi che attraversa una proposta per diventare legge o, nelle parole di Lizcano, "sapere come vengono prese le decisioni in Spagna" nell’attuale "mancanza di informazioni".
Nella sezione sull'integrità, la Spagna ottiene 35 punti, perché ci sono norme relative all’attività dei dipendenti pubblici prima e dopo l'esercizio del loro ufficio, anche se la relazione rileva che non sono attuate in ogni caso. Manuel Villoria, membro di Transparency International in Spagna, afferma che è necessario che si regolassero le "incompatibilità dei deputati, senatori o parlamentari" e il "conflitto di interessi", dopo che è stato noto che Vicente Martínez-Pujalte e Federico Trillo possedessero un’impresa di costruzioni mentre dichiaravano rispettivamente 75.000 e 354.000 €. "Sono stati poco regolamentati i conflitti di interesse. Tutti i parlamentari dovrebbero pubblicare i loro redditi durante il loro periodo nel Congresso o al Senato", dice.
Inoltre, Lizcano afferma che Transparency International Bruxelles ha fatto uno studio che analizza le attività degli eurodeputati, da cui si evince che "hanno un sacco di attività complementari aggiunte alla loro carica istituzionale".
Il livello di parità di accesso ai rappresentanti pubblici da parte dei cittadini e dei gruppi di interesse in Spagna si attesta al 17%. Una sconfitta clamorosa se si pensa all’importanza della consultazione e della partecipazione del pubblico ai processi decisionali, e alla composizione dei gruppi di esperti e di consulenza.
Il contesto europeo
In questo senso, l'analisi affronta anche il fenomeno delle revolving doors e invita tutti i Paesi a stabilire un minimo di "periodo di cooling-off" che sia necessario prima che i funzionari pubblici e rappresentanti eletti siano in grado di giocare un ruolo di lobbisti, per evitare che possano creare conflitti di interessi. Lo studio ha utilizzato 65 indicatori, sono state analizzate le regolamentazioni dei diversi Paesi e interviste sono state condotte per completare il report.
Lo studio afferma che "la mancanza di regolamentazione del lobbying in Europa promuove la corruzione" e sollecita a "intraprendere riforme urgenti" in relazione a questi gruppi, dato che solo sette paesi su 19 tra i membri dell'Unione europea hanno regolamentato questo aspetto.
"Le istituzioni europee sono novità abbiamo inserito nello studio", ha detto alla presentazione del rapporto Ana Revuelta, coordinatore del progetto per Transparency International Spagna insieme a Jesus Sanchez Lambas. Delle tre principali istituzioni europee, la Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio dell'Unione Europea, è promosso solo il primo con 53 punti. “È una sorpresa che la Commissione sia a un livello superiore rispetto al Consiglio (19 punti) e al Parlamento europeo (37).
Fonte: El Mundo