Politico, dal web alla carta. A sette anni dal debutto online la testata americana viaggia a gonfie vele su due fronti
C'è un giornale in America, Politico, che si muove controcorrente. Nato esclusivamente online all'inizio del 2007, col passare del tempo si è evoluto fino a sfornare un'edizione quotidiana cartacea diffusa gratuitamente in 40 mila copie.
La testata, che ha sede a Washington, come dice il nome si occupa in gran parte della vita politica nei centri di potere d'oltreoceano.
A cominciare dalla Casa Bianca. La campagna elettorale, che ha visto nel 2012 la conferma di Barack Obama alla presidenza, è stata uno degli appuntamenti nodali per i 300 giornalisti di Politico (al momento del debutto erano soltanto in 12). Prima ancora lo era stata la corsa alla presidenza del 2008, che aveva visto lo storico insediamento del primo afroamericano a guidare gli Stati Uniti.
L'autorevolezza del giornale è fuori discussione. Basti pensare che l'uomo della comunicazione di Obama, Dan Pfeiffer, va a dormire ogni sera verso le 23 dopo uno scambio di e-mail con Mike Allen, considerato il guru della politica-gossip in forza a Politico, e si risveglia poco dopo le 4 di mattina con la lettura dei testi dello stesso giornalista. Non solo. Politico è seguito da molti americani che vivono all'estero e che rappresentano il 10% dei seguaci del sito Internet.
Secondo alcuni osservatori la forza di questo giornale è di non avere cominciato con un'iniziativa costretta a evolversi, ma come un medium digitale che esce anche in forma cartacea.
Il web è nel suo Dna. Eppure, dopo la prima elezione di Obama, in molti lo davano per spacciato: troppo di nicchia, si pensava. Eppure è sopravvissuto alla grande. Ben LaBolt, che si è occupato della campagna di rielezione di Obama, sostiene che ciò è avvenuto grazie a due elementi: da un lato il grande successo delle pubblicazioni di settore e, dall'altro, lo sviluppo delle testate d'opinione. Lungi dall'imparzialità, Politico ha adottato uno stile diretto che non teme di comunicare un punto di vista particolare.
Negli scorsi giorni i giornalisti, insieme ai fondatori John F. Harris e Jim VandeHei, ex giornalisti al Washington Post, hanno festeggiato i sette anni di vita. Si respira entusiasmo. Il valore aggiunto sta nella specializzazione. Per esempio, otto giornalisti si occupano a tempo pieno dell'Obamacare, la riforma sanitaria, per trasmettere notizie che contano. La logica è quella di offrire un servizio in settori come l'energia, la difesa, la fiscalità, il commercio. E si tratta di contenuti a pagamento, che hanno permesso alla testata di conseguire un utile. Così, almeno, si dice tra gli addetti ai lavori, visto che l'editore Robert Albritton non pubblica i conti. In ogni caso, le visite mensili al sito sarebbero state intorno a 4 milioni nel 2011. Oltre mille organizzazioni si sono abbonate al servizio Pro, che costa fra 3 mila e 100 mila dollari (2.200-74.000 euro) a seconda del numero di adesioni. Un lobbista o un avvocato attivo nel comparto energetico, in procinto di partecipare a una riunione, ha bisogno di conoscere più cose possibili in quel ramo: il servizio di Politico gli permette di farlo.
Quanto al giornale stampato, assicura circa metà dei ricavi grazie alla pubblicità. Ogni copia è densa di annunci: non di prodotti commerciali ma di messaggi provenienti da lobby, gruppi, compagnie petrolifere e altri che cercano di influenzare il Congresso. Recentemente Politico si è insediato a New York, adottando il nome Capital.
Fonte: ItaliaOggi