Si sarebbe potuto pensare che gli allievi che seguivano i corsi dell'Istituto europeo degli affari pubblici e del lobbying fossero dei debuttanti, che non conoscessero granché delle lobby e delle istituzioni europee. Invece, consultando la lista degli ´studenti', si possono trovare alcuni nomi che si sarebbero visti nella parte dei professori, piuttosto che in quella degli allievi.
´Il motivo è che i nostri corsi sono essenzialmente pratici', sottolinea Daniel Guéguen, co-direttore degli studi e lobbysta del settore ´zucchero' presso la Comunità europea, in qualità di rirettore generale del Comitato europeo dello zucchero. ´I nostri professori sono degli esperti, degli uomini politici, dei funzionari europei, dei responsabili di azienda e dei giornalisti. Il loro lavoro consiste nel rispondere alle domande'. Detto ciò, continua Guéguen, ´io stesso sono sorpreso dal successo ottenuto dalla scuola presso i media. Tant'è vero che tutti ne parlano'. Ed è assolutamente logico che ne parlino sia la stampa che la televisione: degli specialisti dell'argomento lobby devono riuscire a far passare il proprio messaggio. Ma il successo ha sicuramente delle ragioni più profonde. é tutta l'azienda, a tutti i suoi livelli, che si confronta con la lobby.
´Cito, come esempio, il fatto che ogni lavoro deve essere concluso con una memoria. All'inizio io pensavo che questi uomini d'azienda, già oberati dai loro compiti quotidiani sarebbero stati reticenti all'idea di dover produrre una memoria. Devono già seguire due sessioni di corsi alla settimana per un periodo di tre mesi. Invece, l'80% di loro ha risposto affermativamente: vogliono redigere una memoria del lavoro svolto perché intendono approfondire la materia'.
Il vero motivo del successo ottenuto da questa scuola è da cercare proprio in questa direzione: approfondire per meglio gestire. Sia i quadri che i dirigenti conoscono perfettamente che cosa significa lobby. Come dice Guéguen, ´sanno che si tratta di informare, di dialogare e di arrivare a una forma di consenso. Ma come è meglio agire? Loro infatti sanno poco delle lotte tra le diverse lobby. E non conoscono i metodi per giocare d'anticipo sulle lobby avversarie. Non conoscono come, dove e quando reperire le informazioni. Non sanno come strutturare delle cellule con questi compiti all'interno della loro azienda'.
´Io chiedo loro di leggere molto, soprattutto i giornali', continua Guéguen. Perché, ´così come per lo spionaggio sovietico, l'80% delle informazioni necessarie è disponibile nella stampa o nelle pubblicazioni indirizzate al grande pubblico dei lettori. Ma bisogna saper collocare queste informazioni nella giusta prospettiva. Se si confronta un'informazione apparentemente insignificante per un'azienda e la si vede in prospettiva ponendosi le vere domande, si arriva immediatamente ad anticipare. Un esempio: qual è l'impatto della legge Toubon in materia di utilizzo della lingua francese sull'organizzazione dei congressi in Belgio o nel settore delle offerte di lavoro?'.
Ma la lobby deve avere anche delle basi solide. Per Guéguen, ´la lobby è piramidale. La punta è costituita dai lobbysti. Vengono poi le federazioni professionali, Il vertice è costituito dalle aziende e il personale forma la massa, la base di appoggio. Bisogna quindi informare il personale se si vuole che il vertice agisca in modo efficace e convincente'.
´Se si aggiunge la nozione della trafila che va dal produttore al trasformatore e infine, al consumatore, la lobby diventa l'arte di anticipare, di avere una visione sul futuro', dice Guéguen. Di conseguenza, la lobby deve avere delle implicazioni a tutti i livelli dell'azienda.
´Mi viene chiesto spesso che cosa significa avere un'informazione "a qualsiasi costo". Forse la busta sotto il tavolo? Io rispondo che la domanda non ha senso di essere se si è strutturati. In una struttura, si definisce un'etica. Dunque il prezzo ha dei limiti di etica e non ci sono buste sottobanco. Però, se la lobby trascura le considerazioni sociali, non si difende bene. Bisogna sempre pensare a difendere il proprio dossier anche in termini di immagine. Questo costa caro, si dice. Ma un'immagine negativa non costa forse molto più cara?', si interroga Guéguen.
Di conseguenza, ´è solo con questo spirito che una professione può autoregolarsi come deve. Senza questo, non può funzionare'.
La lobby deve essere infatti l'arte di anticipare e non bisogna aspettare la crisi per agire, ´io credo che sia principalmente questo che i quadri e i dirigenti devono imparare: a riconoscere il momento iniziale dell'anticipazione di un avvenimento. Per fare questo, bisogna saper leggere e decodificare le informazioni, ciò che accade nella società. Un fatto isolato, che non riguarda l'azienda, potrà avere negli anni che seguono un impatto considerevole. Tanto vale dunque individiare questo fatto il prima possibile e agire di conseguenza', sottolinea Guéguen, autore, tra l'altro, di Guida al labirinto comunitario.
Ma anticipare significa combattere la disinformazione. ´Tutti fanno dell'informazione, attualmente. Si può così presentare il falso e il vero allo stesso tempo. Si sostiene di aver guadagnato quando invece si è perso. Bisogna quindi imparare a decodificare queste informazioni. é anche a questo che serve la lobby'.
Il tempo è tiranno e anche questo giustifica delle informazioni. In quanto, ritiene Guéguen, ´nelle amministrazioni europee i funzionari sono ben attrezzati. Sono competenti e conoscono i loro dossier. La lobby riuscirà quando le aziende avranno delle équipe altrettanto competenti ed efficaci'.
Ma perché frequentare una scuola privata? ´Ho proposto alle università francesi e belghe di istituire dei corsi consacrati alla lobby. Gratuitamente. Ma mi hanno fatto capire che non lo ritenevano interessante'.
Effettivamente, nessun universitario segue i corsi di Guéguen. Dove invece si possono trovare molti funzionari.
Italia Oggi